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Inter, Milan e… Italia venduti agli stranieri

Nessuno si chiede perché dei cinesi possano essere interessati ad acquistare club di calcio e non solo?

L’inizio del campionato di calcio di serie A si avvicina. Sabato 20 agosto si comincerà con gli anticipi Roma-Udinese e Juventus-Fiorentina. Qualche ingenuo tifoso dell’Inter o del Milan avrà gioito perché i loro club del cuore sono passati nelle mani di società cinesi. E già c’è chi sogna di strappare lo scudetto alla Juventus, peraltro rafforzata dall’acquisto, tra gli altri, di Gonzalo Higuaín.

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A questo punto proprio un milanese purissimo,
Alessandro Manzoni, sbotterebbe coi versi 55-57 del Coro del III atto dell’Adelchi: «E il premio sperato, promesso a quei forti, / sarebbe, o delusi, rivolger le sorti, / por fine ai dolori d’un volgo stranier?». Secondo voi, i miliardari cinesi getterebbero centinaia di milioni dalla finestra solo per far tornare alla vittoria nerazzurri e rossoneri? Tra le ipotesi più benevole vi sono quelle che fan riferimento alla passione calcistica del presidente Xi Jinping e alla sua volontà di far imparare il calcio ai cinesi, scarsi nel football dal punto di vista internazionale, anche attraverso contatti con grandi società europee.
Altri ipotizzano che investire in calcio sia il modo più facile per incanalare denaro fuori dal colosso asiatico, specie perché l’economia del paese capital-comunista sta rallentando e la moneta potrebbe subire svalutazioni.

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Pertanto, i cinesi acquistano di tutto in ogni continente,
da aziende di qualsiasi tipologia a terreni agricoli, da industrie manifatturiere a patrimoni immobiliari (come già fatto proprio a Milano, alla stregua, peraltro, di investitori e fondi sovrani di Abu Dhabi o azeri, qatarioti, ecc.). Noi pensiamo che si tratti soprattutto di una strategia economica tesa a rafforzare geopoliticamente sul piano internazionale cinesi e compagni. Del resto, tutti ormai sanno che il calcio non è più sport o gioco o spettacolo o divertimento (vedi Football e fisco: chi tassa di più i calciatori). Pertanto, tra qualche tempo, anche se qualche trofeo sarà vinto dalle squadre meneghine, è probabile che dovremo citare il verso 138 dell’Inferno di Dante Alighieri: «Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto».

Rino Tripodi

(LucidaMente, anno XI, n. 128, agosto 2016)


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